Editoriale – L’Italia è davvero sovrana?

Elon Musk, imprenditore sudafricano con cittadinanza canadese naturalizzato statunitense, è entrato in rotta di collisione con il Deep State, a cui fanno riferimento le sinistre europee, da molto tempo. Da quando, cioè, è diventato uno dei principali oppositori di Klaus Shwab, fautore del Great reset sostenuto da tecnocrati e globalisti. Alleato del neo eletto presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, Musk esprime i propri convincimenti senza alcun timore reverenziale per alcun potente della Terra.

Il giudizio impietoso verso alcuni magistrati italiani ha generato una controversia sulla sovranità del nostro Paese; un episodio, alla luce dei cambiamenti che si prospettano dopo le elezioni statunitensi, probabilmente destinato a non restare isolato.

Il Presidente della Repubblica ha sottolineato che l’Italia è uno Stato sovrano, implicitamente confermando che a nessuno straniero deve essere permesso di ingerirsi negli affari di politica interna.

Qualche opinionista non ha però mancato di osservare che il presidente Mattarella in molte altre occasioni avrebbe dovuto intervenire, inspiegabilmente, però, è rimasto silenzioso.

In pratica gli è stato fatto notare che, quando ad ingerirsi in questioni italiane sono stati esponenti politici ostili al centro destra, non ha mai reagito, mentre in questo caso, in cui una personalità molto influente ha espresso considerazioni sull’operato di alcuni magistrati, ha sentito in dovere di intervenire.

Non prendiamoci in giro sulla sovranità. L’Italia l’ha persa quando, il 3 Settembre 1943 a Cassibile (Siracusa), il generale Giuseppe Castellano, davanti al generale Walter Bedell Smith, ha firmato l’armistizio con il quale si asanciva la resa incondizionata (inconditional surrender) del Regno d’Italia agli Alleati.

La resa incondizionata è un documento giuridico secondo cui una parte accetta di arrendersi al nemico senza avanzare alcun tipo di pretesa (né territoriale, né politica, né economica o militare); questa caratteristica la rende la forma di sconfitta più totale e umiliante per il Paese che si arrende.

Emblematico poi è l’articolo 16 del Trattato di pace firmato a Parigi che «impone alle autorità politiche italiane di garantire l’impunità ai nostri cittadini che tra il 1940 (anno della dichiarazione di guerra di Mussolini) e il 1947 (anno dell’entrata in vigore del Trattato) aiutarono la causa alleata».

La storia s’è incaricata di dirci chi furono coloro che aiutarono la causa alleata, soprattutto in occasione dello sbarco in Sicilia.

A Yalta, poi, il 4 Febbraio del 1945, Roossevelt, Churchill e Stalin si spartiranno il mondo.

Fortunatamente il nostro Paese finì nell’area d’influenza americana, mentre le nazioni dell’Est Europa, con la Germania divisa in due, dovettero sottostare al ferreo regime sovietico fino al 1989 quando il comunismo implose.

Se vogliamo guardare in faccia la realtà dobbiamo convenire che tutti i Paesi europei hanno goduto di sovranità limitata perché, chi da una parte, chi dall’altra, sono stati satelliti delle due nazioni egemoni: Stati Uniti ad Ovest e Russia ad Est.

Dicono nulla le rivolte popolari contro i sovietici nella Germania Est (1953), in Ungheria (1956), in Cecoslovacchia (1968) senza che i Paesi occidentali muovessero un dito per soccorrerli?

Gli accordi tra i due blocchi hanno funzionato a lungo, almeno fino a quando l’establishment statunitense non ha ritenuto opportuno dare il colpo finale alla Russia nella convinzione che fosse ormai fortemente indebolita. L’allargamento della Nato sempre più ad Est fino all’Ucraina è avvenuta sulla base di tale convincimento. Errore fatale perché oggi quegli americani del Deep State fautori del “colpo finale” devono registrare che la Russia è più viva che mai.

Trump e Musk, oppositori del Deep State, faranno certamente la pace con Putin e andranno oltre. Azzardiamo un’ipotesi: si siederanno ad un tavolo con il cinese Xi Jinping, con l’indiano Modi e lo stesso Putin e torneranno a spartirsi il mondo aggiudicandosi le rispettive zone d’influenza.

Tutti gli altri Paesi graviteranno come satelliti attorno a questi quattro grandi. L’Inghilterra, che rimarrà legata a doppio filo con gli Usa, continuerà ad essere una media potenza come la Francia, la Germania, il Giappone, Israele e l’Italia. Il Seicento è stato il secolo della Spagna, il Settecento della Francia, l’Ottocento della Gran Bretagna, il Novecento degli Stati Uniti. Il Duemila sarà una coabitazione tra Usa, Russia, Cina e India.

immagine da Pixabay

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